È un atto performativo compiuto nelle sorgive di argilla delle Salse di Nirano che nasce da un dialogo intimo con il paesaggio e dalla sottrazione cromatica come codice supernaturale di interpretazione del reale. Un gesto semplice, come poggiare un tessuto bianco ai piedi di un bosco, si traduce in un’azione espressiva necessaria che amplifica la percezione della realtà attraverso l’uso di un dispositivo virtuale. Tramite il bianco, il grigio e il verde si annullano e si rivelano per quello che sono. È un gesto inutile che nasce dalla leggerezza del gioco come approccio allo spazio e si esprime nella sua riduzione visiva, giungendo infine alla sua sintesi.
Foto © Federica Martinelli